Campi di utilizzo
L’Allenamento Vibratorio è utilizzato:
1) Nell’allenamento sportivo, soprattutto quando è rivolto all’incremento dei livelli di forza
esplosiva.
2) Nel fitness o nell’estetica in quanto determina una iperattivazione del metabolismo che, combinato con un allenamento cardiovascolare, si può trasformare in un netto incremento metabolico.
3) Come parte integrante di tutti i programmi in cui si ricerchi la massima estensibilità arto-muscolare, nonché nei piani di lavoro rivolti a patologie algiche di carattere cronico.
4) Nell’ambito delle strategie rivolte a particolari patologie geriatriche, come nel caso dell’osteoporosi, e comunque in tutti quei piani riabilitativi atti al miglioramento del livello di funzionalità articolare, muscolare e neuromuscolare.
Principi di azione
A seconda dell’obiettivo, muscolare, osseo o ormonale, si possono individuare diversi meccanismi di azione.
A livello muscolare l’allenamento vibratorio determina l’attivazione dei recettori dei fusi neuromuscolari, il cosiddetto “riflesso tonico da vibrazione” (RTV) che determina un aumento della forza contrattile dei gruppi muscolari coinvolti. Il complesso muscolo tendineo sottoposto a vibrazione sopporta dei cambiamenti della propria lunghezza, di tipo ritmico, che fanno sì che la vibrazione sia sostanzialmente assimilabile ad un cadenzato susseguirsi di contrazioni concentriche ed eccentriche di piccola ampiezza. Alcuni recenti studi dimostrano come, durante la vibrazione stessa, sia registrabile un aumento dell captazione di Ossigeno da parte della muscolatura coinvolta, a testimonianza del suo coinvolgimento. Inoltre alcune ricerche rilevano come l’allenamento vibratorio possa migliorare la capacità di forza esplosiva grazie ad una maggiore sincronizzazione delle unità motorie implicate nel movimento, oltre che favorire la coordinazione dei muscoli sinergici. Un altro importante aspetto dell’ allenamento vibratorio è l’effetto miorilassante indotto da queste ultime a particolari frequenze di somministrazione. Ciò può essere di grande importanza al fine di ottimizzare e/o complementare i programmi di lavoro
basati su tecniche di stretching, oppure in protocolli riabilitativi specifici. In ultimo, la vibrazione può determinare una riduzione della viscosità del sangue ed un aumento della velocità media del flusso circolatorio.
A livello ormonale L’allenamento vibratorio è in grado d’indurre risposte ormonali di tipo adattivo, simili a quelle del normale esercizio
fisico,specificatamente una seduta di vibrazione provoca un aumento della concentrazione di ormone somatotropo (GH) contestualmente ad una diminuzione della concentrazione di cortisolo (C). L’aumento di GH è riconducibile all’azione dei metaborecettori muscolari.
A livello osseo
L’esercizio fisico è fortemente raccomandato ai pazienti afflitti da osteoporosi, sia nell’ambito del suo trattamento, sia come forma di terapia preventiva. Tuttavia, solamente esercitazioni intense e prolungate si dimostrano in grado d’influenzare positivamente la densità minerale della massa ossea (BMD), esercizi che quindi, per la loro natura, mal si adattano ad una popolazione anziana. La vibrazione, al contrario, permette una sollecitazione intensa dell’apparato scheletrico e muscolare, senza richiedere un alto grado d’impegno da parte del paziente, rivelandosi in tal modo una strategia d’intervento particolarmente adatta nel caso del paziente anziano osteoporotico. L’innovativa tipologia di pedana di cui é dotata lo Studio di Rieducazione al Movimento annulla gli effetti collaterali causati da altri tipi di pedane. In particolare viene eliminato l’ “effetto martello pneumatico” che secondo alcuni studi può risultare dannoso per l’articolazione femorale e per la zona lombare.